Ermanno Arslan ha studiato le monete rinvenute nell’area dell’altare, nella sala capitolare e nel chiostro: la moneta più antica è il danaro di Ugo Di Provenza, zecca di Venezia (926 -931). Le monete derivano dalle borse personali di visitatori di passaggio, sicuramente pellegrini. I mercanti avrebbero lasciato altre tracce monetarie, o non avrebbero lasciato tracce, o non avrebbero avuto ragione di frequentare questi luoghi. La presenza di monete del XII e XIII secolo di provenienza transalpina: Lione, Colonia, Souvigny, documentano il passaggio da Aulla di pellegrini che utilizzavano i valichi alpini nord-occidentali, passando per Aosta.

Le monete della zecca di Venezia sembrano definire un altro percorso per Roma, proveniente dalle regioni nord-adriatiche che, dopo la Cisa, puntava verso la Lucchesia.
In ogni caso è evidente la centralità di Aulla e della sua Abbazia quale nodo viario e luogo di sosta obbligata lungo la via Francigena.
Da Aulla i pellegrini potevano proseguire lungo vari itinerari: scendere a Luni, con l’eventuale imbarco al porto di San Maurizio; proseguire verso la Garfagnana e Lucca; dirigersi verso la Liguria e l’itinerario per Santiago di Compostela.
I pesi monetari in rame sono privi di punzone e, quindi, destinati ad uso privato: uno corrisponde alla Doppia di Genova, moneta in oro coniata tra il 1758 ed il 1805, del peso di grammi 25,204.
L’altro peso è relativo alla Mezza Doppia della Savoia, sempre in oro, coniata tra il 1786 e il 1798, del peso di grammi 9,116.