All’ingresso del Museo i visitatori ed i pellegrini sono accolti da un manichino che, su indicazioni dell’archeologo Tiziano Mannoni, ricostruisce l’abito e gli attributi di un pellegrino medievale utilizzando materiali che riproducono fedelmente quelli in uso nel medioevo. Una colonna trecentesca in pietra locale, di elegante fattura, insiste sui resti di una fornace per campane del XII secolo e su una, più piccola, del secolo XI. Alle pareti due bandiere storiche sono testimoni del passaggio di pellegrini del nostro tempo: quella vaticana reca le firme delle Guardie Svizzere Pontificie e quella inglese è autografata dal decano e religiosi della cattedrale di Canterbury. Qui visitatori e pellegrini trovano piccoli ricordi, guide all’itinerario del complesso e sono accolti dagli ospitalieri dell’ostello e dai custodi del complesso parrocchiale. L’ingresso immette nel chiostro-giardino e nelle sale adibite ad esposizione museale: la sala capitolare, la sala con le sculture di Oberto Ferlendi, una sala mostre e quella che testimonia gli eventi bellici e dell’alluvione.